martedì 3 novembre 2009

Chicago: ritorno alla vita.

Erano passate diverse settimane da quel giorno, ma Luka continuava a pensarci. Risentiva la voce della donna, il silenzio assordante di quello spiazzo, la sua voce, i rumori delle ginocchia dei guerriglieri sul terreno e quello delle armi e ogni volta aggiungeva qualcosa a quei ricordi, un’inflessione della voce, un rumore, un odore buono o cattivo. Era felice di essere al sicuro, nel “suo” ospedale, con Gillian che gli faceva da infermiera, gli amici che lo andavano a trovare di continuo e le forze che lentamente tornavano.
“Allora Luka, oggi la dimettiamo… può tornare a casa anche subito.” disse il dottor Gordon, che lo aveva seguito nella convalescenza ospedaliera, mentre firmava le varie carte per la dimissione.
“Quando potrò tornare al lavoro?” chiese Luka impaziente.
“Per quanto mi riguarda anche fra una decina di giorni; si metta d’accordo con la dottoressa Weaver, ma per me non ci sono impedimenti”rispose il medico sorridendogli.
“No, io intendo in Africa…. Quando posso tornare là!” disse Luka risoluto. Lo sguardo che il collega gli lanciò fu più eloquente di mille parole.

3 commenti:

  1. Eccomi!
    Come posso non amare una fiction che comincia con l'Africa? Dimmelo, se ce la fai.
    Per fortuna hai aperto il blog (e io posso commentare senza dover creare un nuovo account ;) )
    Aspetto la prossima parte.

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